Croci-Torti: affrontiamo una squadra cinica

Croci-Torti: affrontiamo una squadra cinica

Domenica alle 16.30 contro il Sion, nella prima giornata del campionato CS Super League, il Lugano dovrà fare a meno di alcuni giocatori. Oltre agli infortunati di lunga durata (Facchinetti e Hajrizi che difficilmente torneranno in campo prima di gennaio), è ancora lontano dal rientro Roman Macek che tra qualche settimana riprenderà a disputare delle amichevole con il Lugano II. Allan Arigoni ha subito un infortunio alla caviglia il primo giorno di allenamento e non si è ancora mai unito al gruppo. Stesso discorso per Aliseda e Amoura che da una settimana sono ai box per problemi muscolari. Le notizie sono state fornite ai giornalisti da Mattia Croci-Torti nella settimanale conferenza stampa. “Vediamo comunque abbastanza positivo -ha chiosato il tecnico bianconero- nonostante le assenze alle quali va aggiunta quella di Belhadj espulso nel finale dell’ultima partita dello scorso campionato e quindi squalificato per domenica.”

-A proposito di Macek che lo scorso anno sembrava essere essere stato tagliato, rientra nel progetto?

“La società mi ha lasciato carta bianca per fare in modo che Roman possa reintegrarsi in squadra e quando sarà tornato fisicamente al 100 per cento prenderemo una decisione. L’anno scorso le regole a livello di contingente che ci avevano costretto a togliere lui e Covilo dall’elenco dei disponibili. Una disposizione regolamentare che è cambiata a gennaio quindi quest’anno abbiamo maggior margine nella rosa nei primi cinque mesi dell’anno”.

-Vista la situazione e gli infortuni che renderanno difficile l’avvio di campionato quanto ti senti di invocare pazienza verso la squadra?

“Bisogna essere pazienti non tanto per gli infortuni ma per il fatto che, assieme al Basilea, siamo gli unici ad aver cambiato quasi metà squadra. Sono partiti cinque titolari e persone chiave. Bisogna avere pazienza per le dinamiche che si creano nel gruppo. Sono arrivati nuovi elementi che si stanno inserendo bene ma non si può chiedere la luna ad esempio a Mahou che è a Lugano da nove giorni o ad Hajdari che è arrivato sei giorni fa. Purtroppo il mercato ha avuto i suoi tempi e quindi ci vuole pazienza. Ciò non significa che non saremo competiti domenica. Sono certo che la squadra che scenderà in campo farà bene”.

-Una provocazione: negli infortuni attuali ha contato anche il cambiamento del preparatore atletico e del fisioterapista?

“Tutti sapete la grande amicizia e stima che mi lega al prof. Townsend che lavora da dieci anni a Lugano. L’anno scorso mi aveva espresso il desiderio di fare un passo indietro, con un ruolo di unione e coordinamento tra medici, fisioterapia e giocatori. Si era scelto quindi di avere un nuovo preparatore sul campo; la società ci ha messo a disposizione un professionista che non conoscevo ma che ha un passato alla Fiorentina, al Basilea e in squadre spagnole importanti. Per migliorare come persone e come allenatori è giusto confrontarsi anche con altre culture ed esperienze. Sicuramente è cambiato qualcosa a livello di preparazione ma sono certo che non è questa la causa degli infortuni. I giocatori devono adattarsi ai nuovi sistemi, tutto quello che abbiamo fatto è stato con la voglia di migliorare e non certo per abbassare il livello. Nicholas Townsend rimane al mio fianco come sempre perché di lui ho bisogno per determinate cose. Andiamo avanti così con nuove idee e con nuovi tipi di lavoro, alla squadra non fa male cambiare piccole cose. Il prof conosce ancora meglio di me qualche dinamica di gruppo ed è sempre bello contornarsi di persone che sono positive, che hanno competenze e la mia stessa voglia di vincere”.”

-Tu non potevi mettere in conto gli infortuni. Ma se guardi la rosa oggi al completo è migliore di quella dello scorso anno?

“Ci mancano due giocatori, lo sappiamo e stiamo lavorando forte. Quella trascorsa è stata una serata e una notte di frenetiche trattative e nei prossimi giorni continueremo a darci da fare. Non dobbiamo nasconderlo ma come dico sempre non è un grosso problema se a metà luglio la rosa non è completa perché il mercato chiude a fine agosto e tanti giocatori prima di scegliere Lugano  guardano altrove. L’importante è che chi arriva abbia fame, elementi che vengono in Ticino per svernare o fare una vacanza non ne abbiamo bisogno ed è giusto che restino dove sono. Stiamo trattando in queste ore proprio giocatori che hanno fame: un centrocampista e un terzino che possa giocare a destra e a sinistra. ”

-Cos’ è che frenerebbe i giocatori dall’accettare subito l’ipotesi di giocare a Lugano, dove non siete ancora attrattivi?

“Sicuramente la gente vuole guadagnare di più di quello che una squadra come la nostra è disposta ad offrire. Siamo lontani dai salari che vengono proposti a Basilea e dall’YB. Comunque la mia percezione è che tanti giocatori non abbiano ancora capito che dopo il Covid non è così facile trovare una dimensione salariale equilibrata e corretta. E’ un po’ quello che sento parlando con i vari agenti. Noi ci siamo. Conosciamo il nostro valore: siamo settimi quanto a budget in Super League, ma abbiamo qualcosa di importante da dare e chi è venuto da noi lo scorso anno ha usufruito del Lugano per mettersi in mostra e dunque oltre a buoni salari offriamo altre cose soprattutto per i giovani. Siamo al livello di San Gallo e Lucerna e vogliamo rimanere lì: non abbiamo il Wankdorf o il St Jakob Park da riempire tutte le domeniche per essere attrattivi nei confronti di certi tipi di giocatori. Basta accettare questo fatto e come ho detto ingaggiare elementi che quando sposano la nostra causa vengono veramente con desiderio, fame e voglia. L’anno scorso abbiamo avuto esempi importanti come quello di Celar che dal primo giorno mi ha fatto capire sul campo quanto fosse contento di questa opportunità. E ha concluso la stagione con le prime cinque partite di fila in National League, Amoura dal canto suo ha realizzato due gol a giugno con l’Algeria e non aveva mai vestito prima la maglia della sua nazionale. Sono cose importanti per un giocatore. La convocazione di Bottani è stato un altro traguardo bellissimo per noi come visibilità  verso tanti giocatori svizzeri”.

-In città è stato visto Rüegg, rientra ancora nei vostri piani?

“Kevin è stato un grande protagonista della seconda parte della stagione ma è il passato”.

-Per domenica che Sion t’aspetti: avranno un Lavanchy in più nel motore?

“Il Sion è una squadra che tre mesi fa ci ha dato una grande lezione di cinismo a Cornaredo. Sono a immagine del loro allenatore che fa del cinismo il suo pregio. Tramezzani mi piace tantissimo, la sua squadra si difende sempre alla grande  ed è abile a ripartire. Quest’estate ha ingaggiato due elementi della Top Undici di Super League come il portiere Lindner e Lavanchy. Poi ha preso a metà campo Poha che è un elemento che, e ve ne accorgerete già da domenica, alzerà sicuramente il livello della squadra. Dunque quella vallesana è una squadra forte, che ha voglia di rivalsa per il campionato di alti e bassi dell’anno scorso, da rispettare e prendere con le pinze. Non sarà insomma una partita facile. Soprattutto perché le condizioni ambientali non saranno ideali per le due squadre, con tanti gradi e ritmi passi, bisognerà essere intelligenti a gestire il match dal primo all’ultimo minuto”.

-A proposito ha senso giocare una partita di calcio alle 16.30 con queste temperature?

“Ne abbiamo già parlato tante volte, questa è l’assurdità della nostra Lega. Ci sono tante cose positive ma scendere in campo alle 16.30 a metà luglio è un incubo per i giocatori e lo spettacolo ne risente. Anche stamane allenarsi dalle 10 con questo caldo non era divertente. ”

-State lavorando su qualche accorgimento particolare per affrontare la canicola?

“Di regola cerchiamo di allenarci negli orari delle partite e di disputare le amichevoli in queste condizioni. Ma stavolta non me la sono  sentita di portare i giocatori in campo a metà pomeriggio nemmeno gli ultimi due giorni prima del match. Cerchiamo di conservare le maggiori energie possibili sapendo che anche per il Sion non sarà facile giocare con questo caldo. Peccato anche per la gente che viene allo stadio perché lo spettacolo ci va di mezzo.”

-Forse il Sion ingaggerà Mario Balotelli, che ne pensi?

“Che sarebbe una bella cosa per il campionato svizzero. Sarei contento se un elemento del suo potenziale -ricordiamo che in Turchia l’anno scorso ha fatto veramente bene- potesse approdare in Super League per dimostrare il grande lavoro che a sprazzi ha sempre espresso.”

-Sono passati due mesi esatti dalla conquista della Coppa svizzera. Per certi versi i cambiamenti nel vostro organico possono anche essere letti in modo positivo nel senso che non ci si porta dietro la vittoria che può essere psicologicamente scomoda?

“La verità è che a tre ore dal primo allenamento sono salito al Parco san Michele e ho guardato la città, pensando: abbiamo fatto qualcosa di bello ma che rimane lì. Da oggi si inizia un nuovo percorso, ho lasciato da parte i pensieri, l’unica cosa che mi prendo sono le esperienze e gli errori, le cose positive fatte. La Coppa resta nel nostro cuore ma da oggi non ne voglio più parlare. Mi servirà e mi torna utile per le esperienze maturate. E’ stata una bella impresa ma è l’ ora del silenzio e dei pensieri e da quando sono arrivato al campo ho guardato al presente e al futuro.Sapevamo già da febbraio che il gruppo sarebbe stato dimezzato e abbiamo lavorato per costituire i partenti e speriamo di averlo fatto al meglio”.

-Domenica ci sarà spazio per qualche giovane visto anche quanti sono stati schierati contro l’Inter?

“Certamente. La panchina sarà tutta composta da U21  e ci sarà spazio per loro”.

-Se non ho fatto male i calcoli è successo undici volte che la squadra vincitrice della Coppa si sia riconfermata l’anno successivo. L’altro giorno il Ceo Martin Blaser ha detto che uno dei vostri obiettivi è rivincere la Coppa. Hai ancora la stessa fame, energia e voglia di ripeterti?

“Conosci già la risposta. Se vuoi ti elenco già l’undici titolare del Linth che affronteremo nel primo turno in agosto, che ha mezza squadra del Rapperswil, elementi che avevo già incontrato quattro anni fa quando allenavo il Mendrisio, stesso attaccante, centrale e stesso portiere. C’è anche un ex Lugano, Pascal Thrier. Siamo già sul pezzo, aspettiamo solo l’orario della partita. Vogliamo fare bene in campionato, in Coppa e in Europa. Poi a un certo punto devi capire che rosa hai a disposizione e fare delle scelte, focalizzandoti magari su un solo traguardo come fatto l’anno scorso. Non siamo come il Basilea che si poteva permettere di ambire a fare strada in tre competizioni.”

-Ce l’hai attualmente una rosa per fare strada in tre competizioni?

“No. E’ chiaro che se il sorteggio europeo fosse buono e riuscissimo a centrare il clamoroso obiettivo di entrare nei gironi (sarebbe un sogno), evidentemente cambierebbero le cose e avremmo il tempo tecnico di adattarci alla situazione.”

–Se ripensi a come avevi affrontato la stagione quando prendesti in mano la squadra ad interim e poi la guida tecnica ufficialmente e come ti trovi adesso sei la stessa persona, hai le medesime motivazioni?

“Sì, sì. Stessi pensieri, stesse paure, stesso coraggio. Le partite le senti alla stessa maniera. Giocare domenica con il Sion è uguale alla prima partita dell’anno scorso. Si tratta di un nuovo inizio e di un nuovo percorso, quando ci sono cose nuove si hanno sempre piccoli dubbi da fugare il prima possibile. Questi momenti rimangono uguali.”

-L’anno scorso hai ereditato in buona parte un gruppo scelto da altri. Quest’anno hai potuto mettere la mano nei nuovi acquisti, ci hai messo lo zampino`

*”Sicuramente e questo mi da uno stimolo maggiore perché l’anno scorso abbiamo vissuto con qualche compromesso. Quest’anno cercheremo di fare le cose nuove. In Svizzera è sempre un po’ difficile parlare di mercato e di rosa i primi mesi della stagione perché con due nuovi giocatori ad agosto puoi stravolgere qualsiasi squadra e qualsiasi sistema. Per ora abbiamo avuto delle idee e abbiamo ingaggiato solo elementi che ci servivano e che volevamo. Non nascondo che qualsiasi giocatore svizzero che è arrivato è stato scelto per un determinato motivo. Sapete quanto stimi Arigoni, Mahou e lo stesso Babic oltre a Hajdari. Sono ragazzi che conoscono determinate dinamiche, vengono dalla Svizzera e a loro chiederemo qualcosa in più nelle prime partite”.

Nel corso di questa preparazione c ‘è un nuovo arrivato che ti ha impressionato per atteggiamento o altro?

“Quasi nessuno si è presentato in super condizione e nessuno è al 100 per cento. Fa eccezione ovviamente Doumbia che mai sembra qui da una vita. E’ un giocatore che ci sta portando tante cose positive e tanto entusiasmo che gli deriva da una stagione sopra le righe. La cosa che mi è piaciuta di lui, al di là della tecnica e della tattica, è la voglia di aiutare il gruppo sin dal primo allenamento, ciò che mi fa capire che abbiamo scelto la persona giusta non solo il giocatore.”

-Ti faccio una domanda che probabilmente ripeterò a settembre: del tuo contratto si parla?

“Non è che di questo argomento non desideri parlare ma non passa nemmeno vagamente nei miei pensieri. E’ l’ultimo dei miei problemi, non ho nessuna voglia di contrattare adesso. Perdiamo quattro partite siamo in crisi, ne vinciamo quattro va tutto bene. Il calcio è un mondo che va veloce e non ho bisogno di un pezzo di carta scritta per avere fiducia o meno. Riesco a lavorare tranquillamente. Un po’ mi conoscete, non ho questa tensione nè paura. Ho idee sul mio futuro, di vivere bene, alzarmi la mattina ed essere felice e io lo sono.”

 

 

 

 

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