"Ci stiamo togliendo belle soddisfazioni"

“Ci stiamo togliendo belle soddisfazioni”

Dopo  essere andati ad inizio settembre ad i porsi al Letzigrund per 2-1 (in gol Steffen e Amoura) il Lugano si è ripetuto a Cornaredo mettendo a segno due gol (ancora Steffen e Aliseda) senza subirne. Logica la soddisfazione a fine match del tecnico Mattia Croci-Torti che alla vigilia aveva ammesso che la sfida con lo Zurigo nascondeva parecchie insidie. La prima domanda ha riguardato la serie positiva contro i tigurini battuti per la terza volta di fila. “State diventando la bestia nera dello squadra del presidente Canepa?”

Piano eseguito a puntino

“Non so se stiamo diventando la loro bestia nera, sicuramente ci stiamo togliendo delle soddisfazioni dopo un periodo dove non riuscivamo mai a vincere contro di loro. Come mi ricorda Eugenio Jelmini lo scorso anno abbiamo conquistato solo tre punti nei quattro scontri diretti e l’anno prima addirittura uno solo su 12. Fino all’ultima partita a maggio dello scorso anno si parlava di un Lugano che erano anni che non batteva lo Zurigo. Dunque oggi ci portiamo a casa questa vittoria con  tanto entusiasmo, sapendo di aver fatto quello che dovevamo. Sapevo che il primo tempo saremmo stati giocoforza più brillanti visto che loro giovedì avevano giocato a Londra in CL. Siamo stati bravi ad approfittarne ed avremmo potuto farlo ancora maggiormente ma penso che siamo riusciti a bloccarli in quasi tutte le loro iniziative, hanno avuto solo un paio di situazioni pericolose nel primo tempo. Oggi devo fare i complimenti alla  squadra che ha veramente eseguito a dovere il piano preparato in settimana. Quando sei allenatore da veramente soddisfazione vedere la squadra che, dal punto di vista tattico e mentale, è preparata dal primo minuto visto che arrivavamo comunque dopo le giuste polemiche relative al nostro inizio gara di Ginevra.”

Bravo Arigoni 

-Io faccio un po’ l’avvocato del diavolo e ti provoco. Dopo il primo tempo mi sarei arrabbiato da allenatore per come i ragazzi hanno gestito alcune situazioni sia in fase offensiva sia in mediana e in difesa con un po’ di superficialità che avrebbe potuto costare cara.

“Tante volte parliamo di equilibri. L’infortunio di Daprelà, uscito alla pausa, ci ha tolto un po’ di questi. Vi ricordo che Hajrizi che l’ha sostituito  non aveva ancora giocato un minuto in questo campionato e ha sbagliato la prima palla e dopo è andato un attimino giustamente in difficoltà. Alla fine ho cambiato la difesa: Hajrizi, spostato a destra, ha trovato stabilità e ci ha dato una grossa mano su Guerrero, mentre Hajdari e Mai hanno formato la coppia che è un po’ più collaudata dell’ultimo periodo. Però devo essere sincero e mi fa piacere sottolineare che, dopo un inizio di stagione non propositivo e non brillantissimo, adesso stiamo vedendo anche un buon Allan Arigoni. Quello che ha fatto nel secondo tempo in un ruolo non suo è da lodare e da stimare.”

-La domanda si riferiva però al primo tempo quando potevate uccidere la partita e invece avete rischiato per come avete gestito alcune situazioni.

“Non  avevo capito. Ci sono sempre anche gli avversari in campo. La prima mezzora siamo stati veramente bravi e non è sempre facile mantenere quella qualità che è mancata nell’ultimo quarto d’ora prima della pausa; abbiamo sbagliato tanti passaggi e questa  circostanza ci ha messo un po’ in difficoltà perché a un certo punto lo Zurigo è venuto a giocare uomo contro uomo su tutto il campo. Avevamo delle prateria davanti ma quando dovevamo fare le prime combinazioni che poi ti liberano verso la loro area non siamo stati precisi ed è la cosa che abbiamo ritrovato dopo il 60’p quando abbiamo riavuto il coraggio di giocare. Oggi posso essere soddisfatto perché dopo quell’attimo non ci siamo nascosti e abbiamo trovato buone soluzioni anche in transizione. Bene.”

Steffen decisivo

-Finalmente Renato Steffen ha fatto la differenza. Nelle ultime gare erano sorti un pochino di interrogativi sul suo ruolo. Anche per te che come allenatore deve gestire nello spogliatoio una figura importante e ingombrante come lui. Quanto è stato importante avere una risposta concreta?

“La situazione di Renato è un po’ particolare. Sappiamo tutti il motivo principale per cui è venuto a Lugano: per raggiungere il sogno di andare ai Mondiali. Nell’ultimo mese purtroppo ha avuto un brutto problema al collo che non siamo riusciti a risolvere nelle prime settimane. In questi giorni invece abbiamo cercato in tutte le maniere di trovare un soluzione e oggi il giocatore era molto più mobile e si è vista la differenza quando sta bene. E’ normale che non voglia mollare e desideri rimanere attaccato al treno della convocazione. E’ un elemento che comunque ha un carattere che aiuta la squadra nelle situazioni, poi ci stanno anche quei momenti dove non sei brillante anche perché veniva da mesi dove non giocava. Non è  così facile trovare la continuità  e stasera è stato decisivo non solo per il gol segnato ma anche sul piano del gioco dove ha dato una grossa mano alla squadra”.

-Sempre a proposito di Steffen a un certo punto del secondo tempo avete avuto una lunga discussione e non sembravate molto d’accordo. Per te come allenatore avere in campo un giocatore con tanta personalità è anche una bella sfida personale?

“Io imparo ogni minuto su quella panchina. Evidentemente è meglio avere anche, tra virgolette, dei conflitti con i giocatori che nascondersi. Renato in quel momento non capiva bene una mia scelta, ci può stare, l’importante è sempre saperla spiegare e far vedere che non fai le cose a caso, poi le cose funzionano. Ci sta che dal campo si vivano certe dinamiche che da fuori non si vivono.”

La personalità di Mai

-Si è parlato tanto di Lukas Mai in questi mesi e non sempre in modo positivo. Oggi si vede in campo un giocatore totalmente diverso e si parlava anche di personalità: si vede veramente un leader lì dietro, al di là della pulizia degli interventi e della mobilità che mostra. Ha disputato una grandissima partita e anche a livello di presenza sembra che i suoi compagni riescono a seguirlo molto bene.

“Ho usato più volte qua la parola pazienza perché  ci dimentichiamo di averla e anche da parte dello staff vorremmo avere tutto pronto e bello subito. A volte io fortunatamente tiro fuori il mio album dei ricordi e vedo le foto di Lovric e mi ricordano che a volte devo stimolare il giocatore, capire le sue difficoltà. Penso che con Mai ci siamo riusciti. Alcuni elementi del mio staff sono stati fondamentali in questo. Ci sono elementi ai quali serve dire determinate cose, ad altri bisogna mostrare dei video e con  qualcuno bisogna condividere un aperitivo. Con Lukas abbiamo trovato una buona chiave attraverso la comunicazione: adesso è quel giocatore che la società mi ha portato quest’estate. E’ un ragazzo che aveva bisogno di parlare tanto e di buttare fuori delle sue problematiche psicologiche. Tocca ai vari membri dello staff sostituirmi per toccare le corde giuste ed è stato bello e importante essere riusciti a tirar fuori la personalità che tutti si aspettavamo perché un giocatore che fino al dicembre dello scorso anno era titolare della nazionale U21 germanica non poteva essere quello elle prime cinque partite a Lugano. ”

Bottani: partita di sacrificio

-Alla viglia avevi caricato tanta responsabilità sulle spalle di Bottani. Oggi ha fatto fatica, non so se per demeriti suoi o per come si è sviluppata la partita. Come valuti la sua prestazione?

“Valuto Mattia in maniera molto positiva. Oggi gli ho chiesto di andare a pressare con i tre attaccanti (Steffen. Mahou e Babic) e lui per la prima volta quest’anno ha dovuto marcare il centrocampista centrale avversario. Ha fatto una partita a tratti molto difensiva, ha limitato Selenaes che era quello che gli ho chiesto. Poi tante volte è riuscito a ripartire. Bottani ha fatto una grande partita di squadra, compiendo un lavoro diverso dal solito, si è messo a disposizione della squadra e secondo me è stata anche una chiave della prima mezzora quando loro facevano fatica a giocare. Bisogna sempre guardare quello che fa con la palla che è spesso decisivo, oggi ha fatto qualcosa di diverso in fase difensiva e per la squadra ha dato risposte veramente toste e grazie a quello siamo riusciti a giocare un po’ più alti sin dal primo minuto.”

Si può puntare in alto

-Avete vissuto un periodo con tanti alti e bassi eppure siete messi molto bene in classifica. Dire che  questo Lugano in proiezione futura può puntare a diventare vice-campione svizzero è una follia?

“La verità che il calendario ci ha messo fuori casa tre delle ultime quattro partite. Eppure siamo riusciti a fare due pareggi in campi difficili come San Gallo e Ginevra. Risultati che a volte non viviamo come dovremmo con punti presi da mettere in cascina. Adesso, dopo lo Zurigo, abbiamo altre due partite in casa (compresa la Coppa) e sapevamo che avevamo un finale di andata dove non potevamo arrivare cotti mentalmente e tristi. Ci siamo arrivati con la carica giusta: i punti che ci mancano alla fine sono quelli persi in casa nelle prime tre o quattro partite. A Cornaredo almeno nella mia gestione avevamo sempre fatto qualcosa di più e di meglio. Adesso stiamo raddrizzando la barca sotto questo aspetto e nelle ultime quattro partite casalinghe abbiamo perso solo contro l’YB. Far sì che Cornaredo ritorni a essere un fortino può essere la chiave per arrivare il più in alto possibile in classifica anche perché non dimentichiamoci che quando guardi le partite come quelle di ieri sera con il San Gallo che non vinceva da sette partite con 18 mila spettatori che lo spingono oppure quando vedi la curva del Lucerna spingere la squadra a più non posso per tutto il secondo tempo. E’ quello che a volte noi non  avevamo, ma ultimamente posso ritenermi soddisfatto perché anche se in pochi ma sentiamo il sostegno della gente che ci segue. Per rispondere alla tua domanda: no, non è una follia.”

Mahou provocato

-Siete una società  molto attenta ai comportamenti dei vostri giocatori, senza fare nomi, ma da allenatore accetti l’espulsione di Mahou che trovo stupida,  dopo una partita  che aveva giocato bene ha rovinato un po’ tutto e mancherà domenica contro il Winterthur?

“Devo ricordare a tutti che Mahou ha 22 anni e sono queste  situazioni che lo faranno crescere in futuro. Oggi Katic ha fatto quello che doveva fare e cioè provocarlo: è stato molto furbo . Non penso che debba parlato tanto a Mahou stasera perché ha capito che ha messo in difficoltà la squadra negli ultimi dieci minuti. E’ un peccato perché è un giocatore che in quest’ultima parte della stagione ci sta dando qualcosa, l’ha dimostrato col gol al Basilea. Vedo delle cose che non vedevo a inizio stagione, come un gran lavoro difensivo. Perché oggi comunque abbiamo limitato anche i due esterni che solitamente sono una delle chiavi del gioco dello Zurigo grazie al lavoro di Steffen e Mahou. Dunque la sua sarà una mancanza per domenica prossima, per farsi perdonare mercoledì sera dovrà disputare una partita vera.”

Saipi ai Mondiali?

-Vorrei parlare del portiere Saipi. Al di là degli interventi che ha effettuato (alcune parate notevoli) l’ho visto bene in fase di costruzione e come lettura difensiva: ha fatto un’uscita su una ricerca di profondità loro che è stata eccezionale. Sta crescendo anche lui sotto l’aspetto della personalità, non lo si vedeva così nel cuore dell’azione, impostare, lanci lunghi e anche con la mano sul compagno a cwentrocampo. 

“Hai ragione. Con Amir stiamo lavorando tanto sull’impostazione dell’azione. Ultimamente aveva effettuato due o tre ripartenza sbagliate con i piedi e abbiamo lavorato sul lancio con le mani e oggi è riuscito bene a liberarsi della palla trovando i compagni tra le linee. Anche con lui faccio il discorso di Mahou.  Ci aspettiamo sempre solo grandi parate ma a volte dobbiamo pensare che è un portiere ancora giovane ma che potrebbe andare al Mondiale. Ho visto che si è infortunato ancora Von Balmoos, che non hanno ripreso a giocare né  Sommer né Omlin. Sicuramente quindi Saipi ha ancora delle chances e dunque e deve giocarsele al meglio”.

Nel Winterthur corrono come matti

-Ieri sera ha visto il Winterthur a Lucerna disputare un gran primo tempo, con tanta intensità, ritmi molto elevati. Poi nel secondo tempo sono ovviamente calati ma sono riusciti comunque a tenere sul pari il Lucerna che sappiamo tutti in casa è molto forte.

“Prendo le parole di Mario Frick che ieri sera dopo la partita ha detto di non avere mai  visto una squadra difendere così bene a Lucerna da quando allena. Questa è la chiave della partita di mercoledì: sapere che loro hanno undici giocatori che corrono come dei matti, non lasciano alcun spazio. Hanno fatto scelte  coraggiose con meno qualità in campo ma con ragazzi che corrono. Hanno inserito all’ala sinistra un giocatore dell’U21 che anche lui corre, corre e corre. Sarà sicuramente una partita difficile, trovare spazi non sarà facile e in più hanno giocatori come Di Giusto o il vecchio Buess sempre pronti a infilarti nell’unica occasione che gli si presenta”.

-Un’ultima domanda. Per onestà non posso non parlare della mano di Arigoni che forse tocca la palla prima del passaggio ad Aliseda sul secondo gol. Al contrario avremmo fatto un certo rumore per il mancato intervento del VAR. Vuoi dire qualcosa a proposito visto anche l’episodio del rigore per il braccio di Mai a Lucerna?

“Mi piacerebbe rispondervi se avessi minimamente percepito la cosa in campo e neppure ho visto video sull’episodio. Anche dopo la partita nessuno mi ha detto niente, casco dal pero. Non avevo capito che la loro panchina lamentasse qualcosa. Andrò a rivedere l’episodio e poi vi saprò dire.”

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