Test: Lugano-Rapperswil

Braga: andiamo a Sion ad attaccare

Dopo la pausa forzata di settimana scorsa, a causa del rinvio della partita contro lo Young Boys, il Lugano tornerà in campo sabato 28 agosto affrontando in trasferta il Sion (ore 20.30). Alla tradizionale conferenza stampa della vigilia ha presenziato, oltre all’allenatore Abel Braga, anche Carlos da Silva nominato da poco coordinatore del dipartimento sportivo del club. All’ex capitano bianconero è stato chiesto com’è avvenuto il passaggio a Lugano e quale sia il suo ruolo.

“I miei amici di Chicago mi hanno contattato un mese fa per chiedermi la disponibilità a far parte di un nuovo gruppo ma non sapevo ancora che si trattava del Lugano. Tra l’altro proprio in quei giorni ero qui in ritiro con il Rapperswil. Poi Georg Heinz e il direttore tecnico dei CF Sebastian Pelzer mi hanno invitato a scendere e mi hanno convinto del progetto e tutto è andato veloce. Ringrazio anche il Rapperswil che mi ha permesso di liberarmi dal contratto in tempi brevi. Il mercato del FC Lugano sarà fatto dai Chicago Fire, io sono il coordinatore in loco ciò che significa che mi occupo dei problemi, parlo con lo staff e di tutto quanto riguarda l’area sportiva. Poi mi coordino con Chicago. E’ chiaro che le proposte di giocatori svizzeri arrivano sul mio tavolo, le esamino in collaborazione con i colleghi negli USA per vedere cosa sia il meglio per la squadra.”

-Resta nel mezzo la figura di Marco Padalino, ne avete già parlato?

“Certo ci siamo già incontrati con lui, come ha già detto il Ceo Martin Blaser. Stiamo discutendo con lui, la nostra volontà è che rimanga nel Lugano, ha fatto un buon lavoro e sta aiutandoci molto a capire la situazione e cosa andrà fatto.”

-Cosa manca ancora a questo Lugano a livello di giocatori?

“Abbiamo esaminato attentamente la rosa e anche il mister è stato coinvolto. Ci sono evidentemente due o tre posizioni che vanno rinforzate e mister Braga è d’accordo. Un attaccante, un ala, un centrocampista o forse altro. Sappiamo cosa cercare e vediamo cosa ci offre il mercato”.

-Avete appena annunciato l’ingaggio di Celar  attaccante sloveno proveniente dalla Roma, non è un bomber affermato ma un giovane interessante, come lo vedi?

“E’ un ragazzo che in Primavera ha fdimostrato che se segnare, tanto è vero che è stato il capocannoniere. Anche in Serie B ha fatto i suoi gol. Porta un po’ di centimetri e di fisicità in area, caratteristiche che ci mancavano. L’obiettivo è di fornire al mister varie alternative davanti in modo da poter diversificare le formazioni. Un elemento come Celar che ha tanta fame potrà rendersi sicuramente utile.”

-Da qui al 31 gennaio arriveranno altri giocatori, visto che alcuni li avete liberati?

-“Stiamo lavorando su quello. Chicago ha uno scouting molto grande, abbiamo in corso due o tre trattative ma fin quando non saranno concluse non ne parliamo”.

-Ad Abel Braga viene chiesto se abbia condiviso le scelte fatte negli ultimi giorni dalla società in relazione al taglio di alcuni giocatori?

“Sono cambiate le cose a Lugano, c’è una nuova società che sta ben pianificando il futuro. Amo naturalmente i giocatori che ho a disposizione ma un’impresa che deve gestire  una squadra di calcio ha una visione più generale. Io lavoro con gli elementi che ho sul campo, è il terreno che conta e che dà le risposte. Il mio obiettivo è di far crescere al più alto livello possibile i giocatori che mi vengono affidati, è questa la mia funzione.”

-La società ha  deciso di rinunciare a Covilo che nel gruppo era un elemento molto importante, come è stata digerita la cosa?

“Umanamente mi spiace ma fa parte del calcio. Ogni partenza mi addolora così come ogni nuovo arrivo mi rende felice. L’anno è lungo, arriverà l’inverno e per tutti sarà difficile. Ma è così. Comincio a comprendere lo spirito del buon lavoro con una grande impresa. In Brasile non ci sono situazioni simili, mi era successo quand’ero a Marsiglia e il presidente era lo svizzero Dreifuss. Lui si è visto quattro o cinque volte allo stadio e per il resto c’era un responsabile della società in loco. Qui le cose si sono evolute molto, ci sono vari responsabili settoriali. Non deve essere l’impresa che si adatta a me ma io che mi adatto a loro. Il padrone della società ora è a Chicago e devo adattarmi come in ogni lavoro. Mi spiace per le partenze ma devo continuare il mio lavoro non è che mi posso mettere a pingere o perdere il sonno.”

-E della partita di domani a Sion cosa dice, la pausa di due settimane vi ha fatto bene?

“Non saprei. So che abbiamo cominciato bene il campionato con tre vittorie consecutive compresa la Coppa. Non so dirvi se sia stato positivo o o meno il rinvio dal match con i campioni svizzeri. Sono però certo di un fatto, anche se non abbiamo grandi stelle in squadra abbiamo un collettivo molto forte con un ambiente straordinario. Ciò significa che vogliamo andare sino in fondo, dare il massimo ogni partita e di questo sono sicuro. Possiamo vincere, pareggiare o perdere ma la squadra scende sempre in campo per giocare bene, non importa se siamo in casa o in trasferta. Abbiamo un collettivo interessante e con buona fiducia.”

-La settimana scorsa lei ha detto che in due mesi la città di Lugano le è entrata nel cuore. Sui social molti tifosi l’hanno elogiata come persona e come allenatore, è quindi già entrato nel cuore dei luganesi?

“E’ vero che la qualità di vita che esiste qui è eccezionale. Non posso girare in auto a Rio senza essere fermato. Ma la cosa più importante per me sono i giocatori, sono loro che scendono in campo e che vanno amati. Noi lavoriamo affinché la città, gli sponsor, i tifosi e i proprietari siano contenti, è questo il nostro obiettivo settimanale. Abitare qui è straordinario, sono contento e mia moglie anche e questo conta. Non ho ancora molti anni di lavoro davanti e smetterò presto quindi approfitto della società e del vivere qui, tra tanti amici.”

-In che percentuale  la squadra che vedremo in campo al Tourbillon è di Abel Braga, quanto hanno assimilalato i giocatori del suo credo calcistico?

“I ragazzi hanno acquisito le mie idee, questo è eccezionale. Le strategie che ho insegnato dall’inizio sono state applicate sin dal primo incontro e ogni volta più a fondo. Magari qualcuno pensa che domani vedremo a Sion un Lugano difensivo: non sia mai! Andremo a giocare la nostra partita e ad attaccarli, se ci tiriamo indietro soffriamo molto. Dopo il match potete chiedermi come  mai ci siamo difesi ma vi garantisco che se qualcuno ha paura e gioca indietro lo tolgo dal campo. E’ questa la mentalità che ho, sono brasiliano amico mio.”

 

 

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