Maurizio Jacobacci

“Basilea con grandi individualità”

Domenica alle 16 a Cornaredo scende il Basilea che con i suoi 20 titoli  nazionali, le 13 Coppe svizzere e le 3 Coppe delle Alpi resta la nostra società di maggior blasone. Per affrontare i renani lo staff bianconero dovrà fare a meno di capitan Sabbatini (che si sta ancora curando per lo strappo a una gamba), Marcis Oss (infortunatosi alla schiena contro San Marino: dovrebbe rientrare in gruppo la settimana prossima) e Custodio (squalificato).

Nella tradizionale conferenza stampa del venerdì al tecnico Maurizio Jacobacci è stato inizialmente chiesto come sia “affrontare il Basilea guardandolo dall’alto in basso?”

“Sinceramente questa settimana non ho guardato la classifica anche perché il Basilea è una società molto importante non solo in Svizzera. Ci aspetterà una partita ardua e difficile, loro hanno tanta qualità in campo, in panchina e in tribuna. Sappiamo cosa fare per cercare di vincere, la mentalità è importante, poi dovremo naturalmente fare i conti anche con gli avversari e valutare se sono più forti, nel qual caso dovremo adeguarci. Dovremo essere intelligenti e capire quando e come colpirli. Dobbiamo giocare il nostro calcio e sapere dove far loro male”.”

-Magari hai già in mente di eventualmente cambiare la tua squadra nel corso della partita, come hai già fatto qualche volta?

“Abbiamo diversi sistemi di gioco e giocatori che si adattano bene ai vari moduli. In funzione alle caratteristiche degli elementi in panchina e al risultato, potremo sicuramente decidere di mutare qualcosa nell’assetto. Mi auguro che non sia il caso perché questo significherebbe che le cose starebbero andando in modo positivo”.

-Negli anni siamo stati abituati a vedere il Basilea come grande squadra, ultimamente sembra che giochino più sulle individualità che sul collettivo. Cosa ne pensa?

“Li ho visti giocare mercoledì contro un ottimo Losanna che li ha messi in difficoltà: sull’arco dei 93′ i vodesi non meritavano di perdere. Però il Basilea è stato bravo ad andare in vantaggio e a raddoppiare. Hanno delle individualità importanti e il secondo gol lo dimostra: la giocata Kasami-Frei non era facile da effettuare. Sappiamo che davanti hanno elementi molto forti tipo Stocker e Cabral, sulle fasce possono contare su Zhegrova e Pululu, poi Frei e Kasami a centrocampo, oltre a Campo e due centrali molto solidi (Cömert e Klose). Senza dimenticare gli esterni: Jorge è un buon giocatore e a destra dovrebbe rientrare Widmer altro elemento di qualità ed esperienza.  Può darsi che abbiano avuto poco tempo per assimilare gli schemi visto che hanno disputato le qualifiche di Europa League. Ma con queste individualità possono risolvere le partite in ogni momento.”

-A Ginevra l’attacco è finito sotto i riflettori, sembra che l’intesa tra Odgaard e Gerndt non sia ancora oliata. Ci avete lavorato in settimana o ha magari deciso di cambiare qualcosa?

“Valuteremo ancora domani nell’ultimo allenamento che formazione mettere in campo. Abbiamo varie possibilità e soluzioni. Importanti sono i movimenti in campo, li abbiamo allenati ancora stamane e sono convinto che la squadra avrà fatto un passo ulteriore in quest’ottica. Dobbiamo cercare più frequentemente gli attaccanti, ma anche loro devono sapersi muovere al momento giusto e nel posto giusto. Le punte hanno bisogno di palloni giocabili e noi dobbiamo fare di tutto per metterli a loro disposizione.”

-Ti sembra comunque che questi due attaccanti possono essere complementari: la sensazione è che giochino allo stesso modo e che fatichino a  trovare l’intesa?

“Ci sono da assimilare vari movimenti. Odgaard non è il giocatore che si sposta sulle fasce a differenza di Gerndt. E’ una punta centrale che fa sì un passo verso la palla ma che è soprattutto uomo di area. Alex invece svaria molto specie sulla fascia sinistra per poi fare dei cross. Questo ci può stare anche se ogni tanto Gerndt dovrebbe trovarsi sotto porta perché ha un sinistro micidiale. Poi abbiamo ancora Bottani (che è rientrato nel gruppo e ha nelle gambe almeno una trentina di minuti), Lungoyi, Ardaiz e Monzialo: hanno tutti mezzi importanti. Davanti faccio affidamento su questi ragazzi che di qualità sotto porta ne hanno. Voi giornalisti parlate  molto dell’attacco con il rischio che le punte psicologicamente si blocchino. Io credo che si tratti solo di affinare i movimenti, li vedo in allenamento e sotto porta si san far valere e segnano molto. Mi auguro che siano cattivi anche in partita e che quando c’è la possibilità (vedi Odgaard a Ginevra) concludano verso la porta senza cercare ulteriori passaggi. Ci vuole grinta e il coraggio di calciare anche con il piede meno buono.”

-E’ la settimana segnata dalla morte di Maradona: le chiedo chi è il Maradona del Lugano, un giocatore, il gruppo, l’allenatore?

“Maradona non ha paragoni possibili, è unico. Faceva vivere il popolo, il pubblico e la squadra dove giocava. I giocatori attorno a lui miglioravano tutti, per questo il Napoli ha vinto due scudetti: c’era una squadra che correva alla morte per lui perché sapeva che quando Diego prendeva il pallone faceva qualcosa di importante e decisivo. Un giocatore così noi e gli altri se lo sognano, però il Lugano se gioca unito e da gruppo può dire la sua contro qualsiasi avversario. E’ questa la nostra forza.”

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