Zurigo-Lugano 4

Anche a Berna l’equilibrio sarà importante

Per la trasferta di Berna, dove domenica alle 16.30 affronterà l’YB, il Lugano dovrà fare a meno del lungo degente Facchinetti, di Hajrizi (che comunque questa settimana ha ripreso ad allenarsi con il gruppo) e probabilmente di Valenzuela toccato duro a Zurigo senza che il VAR abbia ritenuto necessario intervenire. La comunicazione è stata data in apertura della conferenza stampa del tecnico Mattia Croci-Torti tenutasi venerdì sul mezzogiorno. La prima domanda ha riguardato le sensazioni che prova tornando al Wankdorf a quasi quattro mesi di distanza dalla conquista della Coppa svizzera.

“Sicuramente mi farà un bell’effetto perché è stato un giorno di festa per tutti. Sarà forse la sera prima il momento più emozionante, quando nelle passeggiata che faccio sempre ripercorrerò quello che è successo il 14 maggio. Visto che è un ricordo piacevole sarà certamente una bella sensazione anche perché, come dicevo la settimana scorsa a un giornalista svizzero tedesco, ‘è la prima volta che vinciamo qui al Letzigrund contro lo Zurigo, adesso, dopo Basilea, ci manca solo di vincere a Berna’. Lui mi ha risposto: non ti preoccupare che la partita giusta al Wankdorf l’avete già vinta. Però onestamente mi manca battere l’YB in casa sua, ho letto ieri che sono passati cinque anni dall’ultima nostra affermazione, dunque andiamo là cercando di giocarci la partita nel migliore dei modi.”

-Come hai vissuto la presenza questa settimana a Lugano di Sebastian Pelzer direttore tecnico dei Chicago Fire e vostro responsabile?

“E’ una domanda ambigua perché la figura di Pelzer, non di persona come in questi giorni, ma al telefono la sento tutte le settimane. I rapporti con Chicago da parte mia sono sempre stati ottimi. Il mio referente quotidiano è Carlos da Silva e tutti sapete però c’è sempre una condivisione anche con Sebastian. Che sia venuto in Ticino fa piacere perché gli si può parlare di persona e fa piacere anche ai giocatori che vedono che comunque c’è grande attenzione per loro anche dall’altra parte dell’Oceano.”

-La scorsa settimana Sabbatini ha parlato del pubblico qui a Cornaredo; hai qualcosa da dire in proposito?

“Jonathan è uno che parla poco e quando lo fa parla con il cuore e con le emozioni. Se ha avvertito il bisogno di dire quelle parole è perché sentiva di farlo. Evidentemente da parte mia è una situazione che conosco da anni. Noi dobbiamo solo fare il meglio per vincere e convincere la gente che sbaglia a non venire allo stadio. L’anno scorso ci abbiamo messo del nostro con il miglior risultato in Super League da dieci anni a questa parte e con la vittoria della Coppa. Se non è stato abbastanza cercheremo di fare ancora meglio. Io vado avanti a ringraziare le persone che vengono e ci sostengono. Poi quando abbiamo segnato e ho visto alzarsi metà Monte Brè fa male, non è una cosa che fa piacere. Ma ci siamo abituati e sicuramente non succede dalle altre parti. Ci teniamo stretti i tifosi che ci sostengono da una vita, alla fine l’affetto lo sento sempre però evidentemente se Sabbatini ha avuto bisogno di sollevare il tema è perché il suo cuore gli diceva di parlare”.

-Se torniamo alle ultime sfide contro l’YB un uomo che le ha spesso decise è stato Amoura. Pensi di proporlo dal primo minuto?

“Quello di quest’anno con Amoura è stato un percorso difficile. Fatto da tre infortuni muscolari e da una mancata preparazione perché  era via con la nazionale algerina. Però è un giocatore che  sta ritrovando le migliori sensazioni. E’ venuto in panchina sabato scorso per la prima volta dopo  un mese e passa. E’ un elemento che stiamo ritrovando. Non so se a Berna partirà dall’inizio o se subentrerà a partita in corso però è bene che ci sia perché è un giocatore che sappiamo quanto sia importante per questa squadra”.

-Domenica sarà la prima volta dove si affrontano due allenatori figli della “gestione Mansueto”. Cosa ti aspetti da questo derby tra virgolette?

“Speriamo di non fare la fine di Wicki anch’io (ride). Sinceramente con Raphael abbiamo già avuto modo di affrontarci quand’era allenatore del Basilea e io ero assistente di Celestini. E’ un tecnico che ha delle idee, lo YB quest’anno gioca in modo completamente diverso da quanto aveva fatto negli ultimi cinque. Gioca con un rombo a metà campo, tutti i palloni passano per l’interno. Hanno acquistato giocatori con ottime qualità tecniche come Imeri e Ugrinic; non sfruttano quasi più le fasce e i cross. Ai tempi erano una squadra che faceva della forza fisica e dell’impatto la sua caratteristica più importante ma con Wicki le cose sono cambiate. Quello che sta proponendo è qualcosa di innovativo. Giocano un po’ come il San Gallo e quando un avversario schiera due attaccanti e un numero dieci bisogna sempre fare molta attenzione”.

-Hai avuto a disposizione Steffen per una settimana intera, che effetto sta dando allo spogliatoio?

” Adesso sono 15 giorni che Renato si allena con noi. E’ un giocatore molto positivo che vuole sempre vincere e che alla fine dell’allenamento resta sul campo per sfide e challenge con i compagni. Sta sicuramente generando dell’entusiasmo da parte del gruppo perché fa parte dei quadri della nazionale. Quando hai un nazionale con una grossa motivazione come la sua che lo spinge a dare il massimo per la squadra e per degli obiettivi individuali che per lui è la partecipazione ai Mondiali, tutti ne traggono giovamento. Quello che abbiamo visto in queste due settimane è quello che potrà dare per mesi e anni a questa squadra.”

-Molte grandi squadre sono tornate alla difesa a tre. Tu stai giocando con quattro difensori dopo aver giocato in passato anche a tre. Hai nella tua testa l’idea di schierare tre centrali o se non lo fai è perché non hai i giocatori adatti?

“Non credo tanto nei moduli. L’anno scorso la maggior parte delle volte difendevamo a cinque, costruivamo a quattro, eccetera. Tutte le partite che ho giocato a quattro contro l’YB poi costruivano a tre. Non sono i moduli a fare la differenza ma l’atteggiamento e l’attitudine. Soprattutto mettere i giocatori che hai in rosa nelle condizioni di rendere al meglio . Settimana scorsa proprio in questa sede ho detto che la società mi aveva messo a disposizione tantissimi elementi offensivi e che ci sono dei moduli con i quali limiterei l’impiego di alcuni di questi giocatori. Dunque devo cercare il giusto equilibrio per far sentire un po’ protagonisti tutti i componenti della rosa. Devo saper accettare che se giochi con più  uomini davanti crei un maggior numero di occasioni ma ne lasci anche qualcuna in più agli avversari. Ho sentito tantissime critiche alla mia squadra dopo la partita di Zurigo e mi è venuto molto da ridere. Per la prima volta contro di noi lo Zurigo ha fatto solo tre tiri in porta nel secondo tempo con una formazione offensiva e sono piovute tantissime critiche alla mia squadra e, io che accetto sempre tutto, per la prima volta mi sono dissociato. Abbiamo lasciato solo tre tiri agli avversari (Borasjevic con il piede sbagliato, Tosin da 25 metri e un’occasione) e siamo stati criticati e la cosa non mi ha fatto piacere perché tutti i ragazzi si erano sacrificati. L’anno scorso eravamo stati presi a pallonate, quest’anno nonostante i loro giocatori offensivi siamo riusciti a difendere bene, peccato che questa cosa non sia stata vista. Da parte mia il messaggio alla squadra è stato tutt’altro: avete giocato offensivi, il primo tempo siete stati bravi, il secondo tempo sulla metà campo disastrosa non è stato facile ma difensivamente vi siete comportati ottimamente e avete trovato il giusto equilibrio. Equilibrio è la prova chiave. E’ bello avere tanta tecnica e qualità e metterla al servizio della squadra perché alla fine i tifosi sognano e gioiscono quando vedono azioni offensive e una squadra che ha il coraggio di giocare.”

-Dopo la vostra partita al Wankdorf è in programma la partita di addio di Marco Wölfli, portiere dei  bernesi per 22 anni, con due squadre di vecchie glorie e personaggi celebri. Ci sarà anche Regazzoni. Hanno per caso chiesto anche a te di portare gli scarpini e di fermarti per giocare?

“Marco è una leggenda dell’YB ed è bello che ci siano queste partite perché vuol dire che ci sono ancora delle bandiere, giocatori attaccati alla maglia in maniera viscerale come lo è stato Wölfli o qui a Lugano Sabbatini. E’ bello poter onorare questi giocatori. Regazzoni è da poche settimane mia vicino di casa e lo vedo che si sta allenando, sicuramente riuscire a mettere in difficoltà gli avversari. Sarà una bella festa e speriamo che la gente arrivi a quel match non così contenta…”

-Quando adesso si guarda la tua rosa a ogni partita si ha l’impressione che non arrivi mai con la squadra al completo. Domenica ti mancherà forse un top player come Valenzuela. Hai l’impressione di essere sfortunato?

“All’inizio dell’anno sicuramente, adesso siamo una rosa molto più completa. Non nascondo che non abbiamo grosse alternative sui terzini ma abbiamo persone che si possono adattare: Daprelà e Ziegler hanno giocato una vita quali terzini. Dunque in qualche maniera ci adatteremo alla situazione. Poi ogni allenatore spera sempre di avere tutti a disposizione ma quando succede che ne hai fuori solo uno non puoi lamentarti. Anzi devo fare i complimenti a tutti i preparatori e allo staff medico perché ultimamente le cose stanno funzionando al meglio. L’unico lungo degente è Facchinetti per un infortunio della scorsa stagione, vuol dire che anche sotto questo aspetto stiamo lavorando bene e devo per una volta ringraziarli pubblicamente”.

-Hajrizi è tornato in gruppo quando pensi sia pronto per tornare in campo?

“Mi piacerebbe farlo giocare tra 13 giorni a Giubiasco quando, per festeggiare i 50 anni di quella società, ci sarà un triangolare al quale parteciperanno i padroni di casa, il Bellinzona e noi. 

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