Tramezzani: avanti con lavoro e serenità

La conferenza stampa settimanale del tecnico del Lugano è stata spostata nel tardo pomeriggio di venerdì, considerato che la squadra si allenerà alle 18.30 e poi cenerà al ristorante dello stadio. La prima domanda ha riguardato la prestazione di Basilea. Considerato che a fine partita mister Tramezzani è stato abbastanza critico con la squadra sabato si aspetta che i giocatori entrino in campo con un’altra attitudine, con piglio più deciso e magari col dente avvelenato?

“Sono stato realista dopo la prestazione di Basilea: devo esserlo con i miei ragazzi nel rispetto dei rapporti di concretezza e onestà: la disamina che ho fatto con loro e le valutazioni che abbiamo fatto insieme sono state nel rivedere alcune cose che non sono andate bene.”

-Anche se siamo solo alla seconda  del ritorno, soprattutto dal punto di vista psicologico domani sarà una sfida importante.

“Sono tutte partite importanti, lo era quella di sabato, lo sarà quella di domenica prossima. E’ dall’inizio che mi sentite dire che sono 18 partite importanti. Avremo un cammino davanti, dobbiamo cercare di interpretarlo nel miglior modo possibile, cercando di crescere e migliorare”.

-Dopo la disamina che avete fatto e partendo dal presupposto che i giocatori non sono stupidi e hanno capito di aver fatto una partita non all’altezza è previsto un cambiamento, ha notato segnali in settimana?

“I segnali li avevo avuti anche la settimana scorsa. Ripeto che è stata la gestione di alcuni episodi che ci ha penalizzati a Basilea. Li abbiamo rivisti e analizzati insieme. Considerare la partita è un conto, considerare la prestazione è un altro. Di fronte ai quattro gol subiti, vado a vedere alcune statistiche e mi accorgo che sono venuti su 5 tiri in porta totali e su 3 cross che gli avversari hanno effettuato.  Con nessuna parata del nostro portiere, salvo una punizione laterale di Delgado. Se mi devo basare su questo e su altri dati a nostro favore è chiaro che non è tutto da buttare. In settimana non è che è cambiato qualcosa o è migliorato. Vi assicuro che questi ragazzi sino a questo momento mi hanno dato tutto quello che gli ho chiesto, anzi sono andati anche oltre le mie aspettative sotto questo punto di vista.”

-Avete perso Jozinovic per strada, quanto inciderà questa assenza?

“Goran è un giocatore importante, un elemento che nei primi mesi ha fatto bene. Dispiace tantissimo a livello umano, perché è un mio ragazzo, sono passato anch’io nella mia carriera attraverso tre bruttissimi infortuni e ho sempre avuto la forza e la voglia di reagire. Jozinovic ha trovato un gruppo di compagni che gli sono stati vicini, la stessa cosa ha fatto la società che si è subito mossa per metterlo in condizione di capire qual’ era la problematica e come intervenire. Quindi da parte mia,  della squadra,  di tutta la società e da quello che so anche da parte della tifoseria c’è un grande appoggio, grande tatto e grande sensibilità nei confronti di questo ragazzo. Lo aspettiamo a braccia aperte. Deve solo pensare a guarire e guarire bene.”

-Il fatto di aver perso un terzino sinistro, può portarti a cambiare modulo passando a tre dietro?

“Ci ho pensato, però visto che in questi 35 giorni abbiamo lavorato quasi esclusivamente sulla linea difensiva a quattro perché ritengo è quella che i ragazzi conoscono meglio e che dà loro qualche certezza in più, non mi pare giusto adesso, dopo una partita, cambiare. Vorrebbe dire far passare un messaggio negativo come se fosse tutto da buttare. Quanto è successo a Basilea ci deve servire da lezione ma non è tutto da buttare. Ripartiamo da alcuni errori sperando che in futuro i ragazzi, anche di fronte a errori o a giocate da parte dell’avversario, sappiano reagire in modo diverso.”

-Visto che proseguirete a quattro in difesa pensi a qualcuno che potrebbe prendere il posto di Jozinovic, oltre a Martignoni?

“Marco Padalino ha già giocato a Vicenza anche sulla corsia di sinistra. Lo stesso Dragan Mihajolovic a Chiasso in una posizione magari diversa ha occupato quella fascia e conosce bene l’abitudine di ricoprire un ruolo su un settore che non lo porta a giocare sul suo piede forte. Lo stesso Rouiller ha già ricoperto il ruolo di terzino. Chiaro che sono giocatori diversi per caratteristiche rispetto a Goran. Ma in questo momento sono assolutamente tranquillo per quanto riguarda il ruolo di terzino sinistro”.

-C’è un processo mentale da fare in più quando si gioca su un’altra fascia, quella del piede meno forte?

“Io ho provato a giocare a destra e non con buoni risultati. Però dipende dall’avversario che hai davanti, tendenzialmente il tuo piede forte diventa anche il lato forte quando sei in fase di non possesso e devi ripiegare difensivamente. Ipotizzando un destro che gioca a sinistra nel caso  dovesse rientrare verso il campo è facilitato anche se è una zona più pericolosa. Sono convinto che abbiamo giocatori che anche con la palla dentro il campo possono provare a impostare in modo diverso, più sicuro e lineare.”

– Domani  affrontate una squadra che ha parecchi problemi dopo la partenza di Källström?

“E non dimenticando l’infortunio di Basic. Erano due elementi per loro importanti. E’ una squadra che ha qualche problema come ne abbiamo noi, ma a differenza nostra loro hanno 4 punti in più in classifica e credo che in questo momento abbiano la possibilità di poter pensare a una partita diversa. Sono convinto che verranno a Cornaredo cercando di impostare una gara in modo differente da quello che hanno fatto nel girone di andata. Mi aspetto delle sorprese a livello tattico: Tami è un allenatore molto esperto e bravo e conosce bene questa categoria e questo campionato. Noi dovremo essere bravi a cercare di controllare tutto quello che è nelle nostre corde, non solo attenzione nel non possesso palla, ma anche cercare di riproporre alcune cose che ci son venute discretamente nella partita d’esordio.

-Ti disturba il fatto che si giocherà quasi certamente su un terreno pesante?

“L’ultima cosa che mi preoccupa è il terreno. E’ pesante per noi e per gli avversari. Gli ultimi due giorni abbiamo lavorato sull’erba naturale;  le condizioni climatiche domani non saranno sicuramente un alibi per i ragazzi e non è questo che mi preoccupa”.

-Il Lugano ha avuto problemi in difesa per l’atteggiamento, però nelle ultime uscite fatica anche a segnare nonostante a Basilea abbia avuto qualche chances. L’assenza di Alioski da questo punto di vista complica la situazione o l’Alioski degli ultimi tempi che sembra un po’ più individualista, facilita tra virgolette la situazione e responsabilizza qualche compagno?

“Credo che l’assenza di Alioski sia importante. E’ uno dei giocatori in assoluto più forti del campionato. Non lo dico io ma l’hanno detto i suoi colleghi e altri tecnici. E’ probabile che questa assenza responsabilizzi  qualcuno in più. Non concordo invece sul fatto che ultimamente Gianni stia giocando un calcio più individuale. E’ chiaro che per lui è meno facile rispetto a quando è venuto qui. Deve cercare di muoversi un po’ di più, non isolarsi sull’esterno; da parte mia ha la massima libertà di poter svariare su tutto il fronte offensivo e sono convinto che quando migliorerà certi movimenti tornerà a essere il giocatore che anche con la maglia della sua nazionale è imprevedibile e immarcabile.”

-In generale quanta libertà lasci ai tuoi giocatori in campo?

“E’ la cosa che non devo togliere loro. Devo limitarmi a dare alcune certezze, a fare in modo che la squadra al di là delle giocate e degli sviluppi rimanga sempre ordinata, che mantenga le distanze giuste, che decida che partita vuole fare, che sappia soprattutto gestire quando ha e non ha la palla. In un contesto di squadra organizzata soprattutto le due mezze ali,  gli esterni e la prima punta con me non hanno indicazioni particolari dove dover giocare per esprimersi. Possono andare dove vogliono, l’importante è che a ogni spostamento di un giocatore ci sia successivamente  anche un adeguamento non dello stesso elemento ma dei compagni soprattutto di reparto, in modo tale che non giriamo a vuoto e quando hanno la palla gli avversari perché l’abbiamo persa possiamo subito provare a rubarla.”

-Siamo solo alla seconda del ritorno però sembra esserci già tanta pressione attorno a voi: la sentite?

“Per me non c’è pressione: forse la sentite e la state creando voi. Nemmeno per i ragazzi c’è pressione.”

-Vista l’assenza di Alioski non hai pensato di provare il 4-4-2 contro il Grasshopper?

“Se loro venissero a Cornaredo come han giocato la partita col Thun con un play davanti alla difesa e due interni, il 4-4-2 per tenere bene il campo e assorbire gli inserimenti dei centrocampisti poteva essere un modulo intelligente. Però non credo che in questo momento potremmo giocare così, perché abbiamo lavorato su altri sistemi di gioco, raramente abbiamo giocato con due mediani. Tornando al discorso di prima: voglio che i giocatori abbiano certezze  e non voglio dare punti di riferimento agli avversari. Il 4-4-2 ci mantiene un po’ troppo bloccati”.

-Il fatto che rientri Golemic e torni a formarsi la coppia di centrali titolari, fa sentire la squadra più tranquilla?

“Non lo so. E’ chiaro che in questo momento abbiamo bisogno di sicurezze e certezze, chiunque vada in campo. E’ una cosa che i ragazzi devono cercare di riconquistare il prima possibile perchè quando giochi sereno e sei tranquillo ti senti anche più forte e vai meno in difficoltà. Quello di Golemic è un rientro importante ma lo metto sullo stesso livello di tutti gli altri giocatori, difensori o centrali che siano.”

-Quanto ha visto la squadra serena non tanto dopo il 4-0 di Basilea, ma per il fatto che sono tante partite che manca la vittoria.

“E’ dal 22 settembre con il Grasshopper che non vinciamo. E’ tanto e potrebbe pesare. Se aspettiamo di ritrovare fiducia e convinzione attraverso un’altra vittoria, potrebbe penalizzarci questa cosa. Sono banale e ripetitivo ma per come stanno lavorando i ragazzi da quando li conosco, sono convinto che arriveranno i risultati. Non so dirvi quando, spero il prima possibile perché ci vorrebbe anche la via di mezzo. Cerchi il successo per ritrovare slancio e positività , devi cercarla però senza perdere la fiducia che hai in questo momento. Stiamo facendo grandi sacrifici, piccoli passi in avanti. Ma lavorano sempre con grande serenità. Questa settimana abbiamo fatto sette allenamenti, per due giorni consecutivi siamo venuti al campo alle 8.30 e siamo andati a casa la sera quand’era buio. Li vedo anche quando facciamo  colazione e  pranzo in comune che stanno bene insieme. Questo ci  permette di poter lavorar bene e sentir magari meno la fatica. Poi è chiaro che quando vinci è tutto più bello e sono tutti più bravi e contenti.”

-Da calciatore ti ricordi strisce negative del genere e come gestivi quei periodi?

“Ne ho vissute da calciatore. Anche una parentesi all’Inter, il mio secondo anno, vincemmo la Coppa Uefa ma in campionato sino a quattro o cinque giornate dalla fine eravamo addirittura  in lotta per salvarci. Sono momenti delicati e i ragazzi potrebbero sentire magari che gli manca qualcosa: però è proprio quel qualcosa o quei momenti che ti aiutano a crescere. Sai che devi tirare fuori qualcosa in più senza farti prendere dall’ansia e dalla paura di giocare. Sono ragazzi che anche prima del mio arrivo hanno dimostrato di essere una buona squadra. Una squadra che giocava, che in alcune circostanze è stata penalizzata da episodi ma che mi è sempre piaciuta per come ha cercato di esprimersi in campo. Quindi questi momenti vanno gestiti  il più serenamente possibile nell’interesse dei ragazzi e della classifica”.

 

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